martedì 28 settembre 2010

Scrittura creativa: Denizli 2010

Con la scrittura creativa la mente è libera di volare lontano, di spaziare esplorando mondi, scenari, situazioni, ambienti. Viaggiate con la fantasia, dove tutto è possibile.... Se volete dare una voce narrante all'immagine, fatelo subito inserendo un commento o inviando la vostra storia a  reportersoul@yahoo.it  sarà pubblicata sotto la fotografia.

Denizli Turchia 2010 © Fabrizio Lonis   www.fabriziolonis.com

giovedì 23 settembre 2010

Il web documentario: Shanghai 2006

In quanti modi si può raccontare la stessa storia? Sono molte le maniere per riferire un accaduto particolare o una vicenda  esclusiva, ma ciò dipende dal punto di vista di chi la riporta e con quale strumento essa viene espressa.
Vi ricordate la fotografia pubblicata nel mio primo post? Se pur senza nessun commento sul proseguo della vicenda, il destino della vittima sembrava  senza speranze. Avremmo potuto aggiungere qualsiasi didascalia per commentare la foto e la maggior parte di noi l'avrebbe presa per buona. In effetti, ciascuno di noi riflette le proprie esperienze su vicende esterne dando ad esse valutazioni proprie e personali.
Vi propongo un filmato sull'accaduto, in stile "no comment". Sia l’audio che il video sono stati lasciati cosi come girati.


 Shanghai 2006 © Fabrizio Lonis   www.fabriziolonis.com

martedì 21 settembre 2010

Scrittura creativa: Tel Aviv 2010


Con la scrittura creativa la mente è libera di volare lontano, di spaziare esplorando mondi, scenari, situazioni, ambienti. Viaggiate con la fantasia, dove tutto è possibile.... Se volete dare una voce narrante all'immagine, fatelo subito inserendo un commento o inviando la vostra storia a  reportersoul@yahoo.it  sarà pubblicata sotto la fotografia.
















Tel Aviv 2010  ©  Fabrizio Lonis www.fabriziolonis.com

lunedì 20 settembre 2010

L'evento: Coliseum on fire

Il Colosseo è andato a fuoco! Ma per fortuna, si è trattato soltanto di un evento artistico di grande effetto scenico. Nelle sere del 17, 18 e 19 settembre, turisti e romani hanno assistito alla suggestiva performance dal titolo: “Coliseum on fire”, che ha coinvolto con un gioco di luci e illusioni ottiche il monumento simbolo di Roma. La video-istallazione che ha circondato l’anfiteatro con fiamme virtuali è frutto della creatività degli artisti di fama internazionale Thyra Hilden e Pio Diaz. Lo scopo degli artisti è creare un dialogo con la società sul tema della fragilità e della transitorietà delle costruzioni realizzate dall’uomo. Il Colosseo è il simbolo di un’eredità che persiste nel tempo e “l’incendio virtuale” ha l’obiettivo di far riflettere sulle conseguenze della perdita del nostro patrimonio culturale. Questo video è stato realizzato da Fabrizio con fotografie montate in stile stop motion.
Alessandra Mannarella

  
          Roma Colosseo  2010  © Fabrizio Lonis  all images  www.fabriziolonis.com
                          

giovedì 16 settembre 2010

Storie di cinema: Professione: Reporter

1966. A seguito del grande successo internazionale delle sue opere italiane, il regista emiliano Michelangelo Antonioni viene messo sotto contratto dalla Americana MGM, per la realizzazione di tre film in lingua inglese. Nascono così “Blow up” (1966), grande successo di critica e pubblico; “Zabriskie Point” (1969), rivelatosi, invece, un flop; ed, infine, “Professione: reporter” (1974). Il film nasce da un’idea originale di Mark Peploe e viene sviluppato in sceneggiatura dallo stesso Peploe, da Peter Wollen e da Michelangelo Antonioni. La storia segue le vicende di un affermato reporter televisivo, David Loke, che decide di cambiare la propria identità con quella di un cadavere, trovato in una stanza d’albergo. Ad interpretare il protagonista viene chiamato Jack Nicholson, astro nascente della nuova industria indipendente hollywoodiana; mentre, per la controparte femminile, il regista ingaggia l’attrice francese Maria Schneider, già famosa grazie al ruolo di co-protagonista, nello scandaloso “Ultimo tango a Parigi” (1972), di Bernardo Bertolucci, accanto a Marlon Brando, che, però, accetterà il ruolo, inizialmente rifiutato, solo a film già iniziato. Le riprese della pellicola, cominciate nel 1973, si svolgono in quattro paesi diversi, fra l’Europa e l’Africa, non solo per esigenze di copione, ma anche a causa dei numerosi impegni di Nicholson, facendo così lievitare i costi di produzione. Ad intralciare una lavorazione non proprio serena contribuiscono anche le elevate temperature nord africane, capaci di raggiungere i 57 gradi, che costringono la troup ad immergere le lenzuola nella vasca da bagno, prima di coricarsi! Né i problemi accennano a diminuire, una volta ultimate le riprese. Concordata con la MGM una durata complessiva della pellicola non superiore alle due ore, il regista si vede costretto a ridurre il montaggio originale del film, di centotrenta minuti, a scapito di una maggiore comprensione della storia e dei suoi personaggi. Il suo desiderio di completare, un giorno, una  versione “integrale” dell’opera si rivelerà troppo costoso e non verrà mai realizzato.Tale sforzo produttivo, tuttavia, viene riappagato da un totale successo di critica, sia al Festival di Cannes (1975), dove il film viene presentato fuori concorso, sia ai Nastri D’Argento, dove la pellicola viene premiata per la regia e per la fotografia (di Luciano Tovoli), nel 1976. Nonostante questa calorosa accoglienza, la crisi del cinema italiano costringerà Antonioni ad un ritiro forzato dal set per ben quattro anni, periodo in cui la creatività del Maestro si concentrerà su nuove forme d’arte, come la pittura e la stesura di racconti. Ma tutto questo riguarda un’altra vicenda... 
Raffaele Pezzulli

martedì 14 settembre 2010

Scrittura creativa: New York 1998

Con la scrittura creativa la mente è libera di volare lontano, di spaziare esplorando mondi, scenari, situazioni, ambienti. Viaggiate con la fantasia, dove tutto è possibile.... Se volete dare una voce narrante all'immagine, fatelo subito inserendo un commento o inviando la vostra storia a  reportersoul@yahoo.it  sarà pubblicata sotto la fotografia.

New York 1998  © Fabrizio Lonis   www.fabriziolonis.com

giovedì 9 settembre 2010

Il viaggio: La bellezza effimera dei fiori di ciliegio



Può la fioritura di un bocciolo di ciliegio far trepidare il cuore?  Ad Aprile, i candidi petali dei fiori di ciliegio disseminati dal vento primaverile, tengono con il fiato sospeso l’intero Giappone.  A partire dal periodo Heian (794-1185), ogni anno nella ricorrenza chiamata hanami, che letteralmente significa “guardare i fiori”, i giapponesi festeggiano la bellezza effimera del sakura, il fiore del ciliegio, uno dei simboli della cultura tradizionale nipponica. Alla fine dell’inverno, quando le temperature iniziano ad addolcirsi, la popolazione segue con fervido interesse l’avanzamento dello sbocciare dei fiori, tanto che telegiornali e quotidiani pubblicano in continuo aggiornamento le fasi della fioritura. Naturalmente, a causa delle condizioni climatiche non in tutto il paese avviene nello stesso momento. Il “Sakura-Front” lo attraversa gradualmente, quasi si trattasse di un esercito in marcia. L’appuntamento è nei giardini delle grandi città. Sotto le effimere nuvole rosa delle chiome degli alberi, i giapponesi iniziano un rituale ben preciso. Si tolgono la giacca e allentano il nodo della cravatta. Lontani dai rigori dell’etichetta e della formalità, si tolgono le scarpe e le dispongono accuratamente fuori dall’area in cui hanno steso le loro stuoie azzurre. Ognuno ricava un piccolo “spazio privato” sotto i ciliegi in fiore. Niente porta, niente pareti, solo un tetto di corolle di fiori. Il delicato spettacolo della natura è vissuto come una festa. Riuniti con la famiglia o con gli amici, i giapponesi cantano, mangiano deliziose prelibatezze e soprattutto bevono tantissimo sakè. I più giovani si prolungano fino a sera tardi dove, grazie alla complicità del bagliore lunare e alle lanterne di carta accese, l’evento diventa propiziatorio al romanticismo nipponico.





A Tokyo uno dei posti più ambiti è il parco Ueno dove fioriscono millecinquecento alberi; lo spettacolo di una profusione di chiome leggere come bambagia è talmente inebriate che, come dicono in giappone, se ne può sopportare la bellezza soltanto se lo si ammira in compagnia. Eppure si incontrano ancora i solitari esteti di una sola gemma, della quale scrutano lo schiudersi e che sospirano quando vedono i petali cadere a terra. E allora “il cuore si riempie di malinconia” perché quando iniziano a spuntare le prime foglioline, i fiori sono già caduti. La natura ha fatto il suo corso. In soli pochi giorni, il fiore appena raggiunge il suo massimo splendore, si stacca e  portato via dal vento con esso si disperde. La contemplazione di un ciliegio in fiore sprigiona emozioni che scuotono nel profondo l’animo giapponese. Fa emergere sentimenti contrastanti di gioia ma anche di smarrimento, perché è testimone del fatto che la vita è un dono meraviglioso, ma che dura poco. Dunque la tradizione giapponese, altamente simbolica, trova nella fioritura dei ciliegi la sublimazione dell’esperienza della vita, della sua caducità e della sua sfuggente bellezza. Per questa sua molteplice visione di bellezza, forza e fragilità, il fiore del ciliegio si lega a quell’insieme di ideali cavallereschi dei guerrieri giapponesi. Un antico proverbio dice: “Il ciliegio è il primo tra i fiori, come il guerriero è il primo tra gli uomini”. Il guerriero è consapevole che la sua vita è precaria e che il suo vivere è magnifico quanto effimero, esattamente come un fiore di ciliegio. Così durante la seconda guerra mondiale, l’immagine della caduta dei fiori di ciliegio ricorre spesso nelle  ultime lettere scritte dai kamikaze alle famiglie prima della loro missione suicida. “ Se solo potessimo cadere come i fiori di ciliegio in primavera così puri, così luminosi”, recita un famoso haiku di un soldato di soli ventidue anni. Si tratta dell’immagine di una morte ideale e il fiore esprime il desiderio di staccarsi serenamente dalla vita. Ho trascorso un’intera giornata tra i viali ad ammirare la bellezza dei fiori di ciliegio specchiarsi sul fiume. Mi sono fermata per vivere dei momenti di poesia, senza sapere che quel piccolo fiore racchiudesse in sé la metafora della vita. Ogni volta che guardo un fiore, qualsiasi esso sia, ne colgo l’attimo del suo massimo fulgore, perché so che tra breve svanirà. E sarà una tristezza per il cuore. 
Alessandra Mannarella
                                                                                                                          
                                                                                                      
Tokio Ueno Park © Fabrizio Lonis  all images  www.fabriziolonis.com


martedì 7 settembre 2010

Scrittura creativa: Kuala Lumpur 2004

Come sempre vi ricordo come partecipare, se l'immagine stimola la vostra fantasia, scrivete la vostra storia nei commenti altrimenti  mandatela a reportersoul@yahoo.it in questo modo sarà pubblicata sotto la fotografia.





 Kuala Lumpur 2004 © Fabrizio Lonis   www.fabriziolonis.com